Il 10 ottobre, a Taranto, nel corso della prima giornata dei Green Blue Days, si è tenuto il Panel “I drivers di attrazione e sviluppo degli investimenti in Puglia: I Porti le ZES, le sfide green” moderato da Umberto Masucci, Presidente Propeller Club e Fabrizio Vettosi, Consigliere Confitarma e Managing Director VSL Club.

Nel corso della discussione, Gianni Andrea de Domenico, Consigliere Confitarma e Presidente CdA Rimorchiatori Napoletani Srl, ha evidenziato che entrambi i Presidenti delle AdSP dei porti di Bari e Taranto, nei quali la sua azienda opera da circa mezzo secolo, hanno ben individuato opportunità e rischi che l’attuale trend normativo può rappresentare. “Sorvolando sulle evidenti opportunità per l’immagine, l’ambiente portuale ed il territorio circostante, il rischio è costituito dall’assenza di una strategia portuale nazionale virtuosa, equa e trasparente (con il riemergere della vecchia idea delle due “ascelle” portuali settentrionali da privilegiare, anche con utilizzo improprio degli strumenti di incentivazione all’efficientamento del PNRR, ed il resto del sistema centro-meridionale in funzione subalterna) con la grave conseguenza di aumentare, piuttosto che colmare, il gap di competitività tra scali nazionali e dell’intero sistema Paese rispetto al nord Europa ed al resto del Mediterraneo”.

“Tra i servizi tecnico-nautici – ha aggiunto de Domenico – il servizio di rimorchio, per le specifiche caratteristiche tecnico/operative (elevata potenza richiesta e conseguenti consumi, attività intermittente svolta prevalentemente in ambito portuale con lunghi periodi di sosta inoperosa in banchina tra due operazioni), può diventare efficacemente “green” e “sostenibile” adottando motorizzazioni elettriche invece che diesel. Le attuali soluzioni tecnologie con batterie di costo contenuto e cicli di ricarica paragonabili a quelli di scarica rendono possibile un funzionamento totalmente elettrico con vantaggio di immagine e concreto beneficio per l’ambiente portuale e retroportuale. Peraltro, oltre ad un costo sensibilmente maggiore (30-35%) e all’esigenza di un’adeguata rete di “cold ironing” all’ormeggio (circa 100 kW per un rimorchiatore ibrido ed 1MW per un “full-electric”), l’adozione di una soluzione elettrica, a parità di tiro a punto fisso pertanto, non può essere lasciata all’esclusiva iniziativa degli operatori che, dovendo gareggiare per fornire un servizio economicamente competitivo, in assenza di indicazioni normative chiare e di un adeguato supporto finanziario da parte delle istituzioni locali e/o ministeriali, sarebbero costretti a rinunciarvi scegliendo la più economica e tradizionale soluzione “brown” che farebbe perdere un’opportunità “green” per i 25/30 anni di vita del nuovo rimorchiatore”.

Link al panel: https://www.facebook.com/greenbluedays/videos/623714105925872/