L’onda lunga del Covid-19 e le nuove criticità geopolitiche emerse con la guerra russo-ucraina contribuiscono a incrementare l’incertezza dei mercati e pesano ancora sull’economia mondiale, che appare comunque in crescita. Proprio la situazione globale ha fatto emergere da un lato le fragilità di un sistema profondamente interconnesso, dall’altro le enormi opportunità che ne derivano. L’Italia sta vivendo una fase complessa, legata alle difficoltà di approvvigionamento e al rincaro di materie prime ed energia, ma sembra rivolgersi con sempre maggiore attenzione alla sua risorsa più importante: il mare e l’economia che da esso deriva. Il commercio marittimo mondiale vale il 70% del valore complessivo e il 90% circa in volume. I trasporti marittimi e la logistica fanno registrare circa il 12% del PIL globale e, non a caso, l’Europa da tempo ritiene una win win strategy lo sviluppo dell’Economia del Mare. In tal senso, la posizione geografica dell’Italia al centro del Mediterraneo, unita ai suoi 8mila km di coste (terzo Paese dell’Ue per estensione), dovrebbe rivelarsi particolarmente vantaggiosa. Confitarma è da tempo impegnata nel “risveglio” della cultura marittima dell’Italia.  Salutiamo, quindi, con favore l’istituzione del Ministero delle Politiche del Mare e, soprattutto, del Comitato interministeriale (CIPOM). Appare questo un primo passo per ridare centralità al mare nelle strategie di sviluppo nazionali, ma auspichiamo che tale impostazione rappresenti davvero l’inizio di un percorso di reale riorganizzazione dell’Amministrazione centrale e di coordinamento delle competenze, necessario per dare risposte certe e rapide alle imprese del settore. L’industria nazionale del trasporto via mare – componente trainante dell’intero cluster marittimo – è un’infrastruttura mobile strategica capace di mettere in rete e sostenere lo sviluppo dell’economia del Paese. La flotta di bandiera italiana è ancora tra le principali al mondo, tra le prime dei grandi Paesi riuniti nel G20 e detiene la leadership mondiale nel settore dei traghetti ro/ro ed europea in quello crocieristico. E proprio la crisi pandemica ha evidenziato la sua importanza cruciale nel garantire la sopravvivenza dei popoli del mondo e lo sviluppo dei mercati, con la piena circolazione di beni e merci, anche di prima necessità. Senza dimenticare che le nostre navi garantiscono ogni giorno la continuità territoriale dell’Italia, assicurando i collegamenti con le nostre isole. La crisi energetica ha dimostrato, inoltre, come il trasporto marittimo, in quanto infrastruttura immateriale, sia in grado di assicurare la flessibilità delle fonti di approvvigionamento. Ciò è apparso ancora più evidente in Italia, dipendente dall’estero per oltre il 70% del fabbisogno energetico. Nel settore del gas è, quindi, opportuno stimolare lo sviluppo della flotta nazionale di gasiere e incrementare il numero dei rigassificatori mentre, nel settore del petrolio, occorre sostenere il ruolo della flotta di bandiera italiana che assicura i più elevati standard di sicurezza. Confitarma è oggi impegnata su due fronti principali. Da un lato, la semplificazione normativa. Da anni giace in Parlamento un ampio progetto, da noi fortemente voluto, per moltissimi aspetti a costo zero per l’erario. Tale azione è ancor più importante se valutata alla luce della rivoluzione in atto nel settore del trasporto marittimo nazionale con l’estensione dei benefici previsti dal Registro Internazionale alle bandiere UE/SEE stabilito nel processo di verifica comunitaria del regime italiano di aiuti di Stato. Dall’altro, la transizione ecologica. Lo shipping è un settore “hard to abate” e “capital intensive” per il quale sono stati individuati a livello internazionale (IMO) obiettivi molto ambiziosi, nonostante sia di gran lunga la modalità di trasporto più eco-compatibile in considerazione dei volumi di merci trasportati. Purtroppo, a fronte dei numerosi potenziali carburanti e tecnologie a zero emissioni di carbonio, la riduzione delle emissioni richiesta dalla comunità internazionale e dall’industria necessitano di una enorme attività di ricerca e sviluppo. Le risorse finanziarie private non sono sufficienti, ed è necessario che l’Italia, come gli altri Paesi marittimi, sostenga tutte le sue imprese in questo sforzo, evitando di mettere a rischio la competitività della nostra industria nei mercati internazionali. Competitività messa in pericolo anche dal progetto europeo di inclusione del trasporto marittimo nel sistema ETS. In linea con la posizione ECSA, sosteniamo che le entrate generate dalla tassazione dovrebbero essere con certezza destinate a un fondo specifico settoriale marittimo. Continuiamo a chiedere, inoltre, un’esenzione anche per le linee di Autostrade del Mare, per scongiurare il rischio di assistere al cosiddetto back shift modale delle merci dal mare alla strada, con conseguenze negative anche in termini di impatto ambientale. Va in questa direzione anche la nostra convinta richiesta di una proroga e di un rifinanziamento del Marebonus. Infine, non posso non rilevare che il settore dello shipping è l’unico di quelli del trasporto a non aver beneficiato di un ristoro per l’aumento del costo del carburante, cresciuto del 70% rispetto ai prezzi registrati nel 2021, a parità di consumi. È necessario che il Governo approvi una misura di aiuto, come da noi proposto, per gli acquisti di carburante effettuati nel 2022 per l’alimentazione delle navi. Ci aspetta, insomma, un 2023 ricco di sfide e Confitarma continuerà a lavorare per mettere al centro del nostro Paese il mare, le sue navi e il cluster marittimo, che con impegno e determinazione consente all’Italia di vivere, crescere e competere nei mercati internazionali.